KODINZON
Il kodinzon altro non è che una pasta di mele, una conserva ricavata dalle mele essiccate di antiche varietà locali, Rosette o Renette, ma anche della varietà Ferro Cesio. Mele dalla polpa asciutta, che essiccano rapidamente.
I frutti, sbucciati, sono tagliati a pezzetti e cotti per eliminarne l’acqua fino a ottenere una purea che viene distesa sopra un’ampia teglia e posta ad asciugare in un essiccatoio.
Non servono aggiunte di zucchero o conservanti di alcun genere, è un prodotto assolutamente naturale e molto energetico. Se ne ricavano delle sfoglie spesse pochi millimetri, che sono poi tagliate a piccole listerelle o in barrette e distribuite per il consumo in sacchettini o altre confezioni sigillate.
Io taglio le mele in fettine sottilissime e con ago e filo creo delle collane che metto ad essiccare sopra il calorifero durante l'inverno e al sole d'estate.
Il nome deriva da kodinz, che in dialetto indica proprio lo spicchio di mela essiccato (i kodinz, si mangiano soli oppure nel vin brulé e, in granella, sopra le crostate). Con questa tecnica venivano trasformate in passato grosse quantità di mele, ma anche di albicocche, di pesche, di prugne, quando la realtà contadina era tale che anche il barattolo di vetro era un bene non facilmente accessibile.
Ed è proprio in questa stagione, in autunno, che la mela bellunese subisce questa trasformazione naturale attraverso la procedura sopra descritta (servono 8 kg di mele per ottenere 1 kg di kodinzon).
Ed è proprio in questa stagione, in autunno, che la mela bellunese subisce questa trasformazione naturale attraverso la procedura sopra descritta (servono 8 kg di mele per ottenere 1 kg di kodinzon).
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